La Resistenza a San Luca

Alcuni fatti che legano le vicende partigiane al portico

Il 25 aprile è una data che ci piace molto festeggiare e ricordare; proprio per questo siamo andati alla ricerca di alcuni fatti che legano le vicende della II Guerra Mondiale e della Resistenza al portico di San Luca, ancora una volta tra i luoghi protagonisti della storia di Bologna.


Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, mentre le condizioni di vita a Bologna si facevano via via più difficili, i bolognesi sfollavano sempre più numerosi in campagna. Il flusso in uscita dal centro urbano rimase consistente fino all'autunno del '44, quando dalle campagne si generò invece un consistente flusso in entrata. Così, al termine della guerra, Bologna, che contava poco più di 300.000 abitanti, ne ospitava 500.000, una gran parte dei quali accampati tra le macerie oppure ospitati nei centri di ricovero per sinistrati. Vennero attrezzati alloggi, tra gli altri, proprio sotto il portico di San Luca, come era già accaduto nel 1816, "l'anno della grande fame".


Il portico fece inoltre da teatro a un doloroso fatto che avvenne nel 1944 e che vide protagonisti i partigiani della Stella Rossa. La brigata Stella Rossa, forte di oltre 300 uomini ben armati, sostenne una serie di attacchi e contrattacchi tra monte San Silvestro, Caprara e San Martino, mettendo in fuga i tedeschi e i fascisti, inseguiti fino sul ponte della Direttissima. Più di 50 case coloniche furono date alle fiamme. Nelle località Puzzola e Casa del Sarto furono fucilati quattro partigiani e rastrellati numerosi civili. Undici di essi furono passati per le armi proprio nei pressi di San Luca. Al termine della battaglia il grosso della brigata, al comando di Mario Musolesi (Lupo), riuscì a trasferirsi in modo ordinato alla Quercia mettendosi in salvo al confine con la Toscana, fuori del perimetro del rastrellamento.


Anche la ben nota vicenda legata a Irma Bandiera vede tristemente "coinvolto" il portico di San Luca. Irma Bandiera, nata a Bologna l'8 aprile 1915, fu staffetta e gappista nella 7° brigata Garibaldi; catturata il 7 agosto 1944, fu successivamente torturata per più giorni fino alla morte avvenuta a Bologna il 14 agosto 1944. Il cadavere fu esposto dai fascisti all'Arco del Meloncello, luogo adiacente la sua abitazione; oggi la strada vicino all'arco in direzione Certosa porta il suo nome.
A lei fu intitolata la 1° brigata Garibaldi Irma Bandiera, costituitasi nell'estate 1944, le cui vicende riguardano nuovamente il portico. Il 20 ottobre 1944, la 1ª Compagnia arditi della brigata nera arrestò e fucilò i partigiani Giordano Bergonzoni, Mario Fabbri e Antonio Gentili, "Rudy", sul sentiero per San Luca, in località Stradella della Rocca (Casalecchio di Reno). Il fatto è riportato in una lapide posta proprio all'Arco del Meloncello.


Fonti: ISREBO, Bologna 1938-1945 - Guida ai luoghi della guerra e della Resistenza, Bologna, Edizioni Aspasia, 2005.
Monumenti che parlano: la Resistenza a Saragozza
Museo Virtuale della Certosa


Foto:
Monumenti che parlano: la Resistenza a Saragozza
Museo Virtuale della Certosa
Archivio Bologna che Cambia


Si ringraziano per la collaborazione: Graziano "Mirco" Zappi, Valerio Frabetti (ANPI Bologna) e Pier Luigi Chierici.

A chi andranno i miei soldi?
Al Comitato per il restauro del Portico di San Luca che si occuperà di portare avanti l’opera di restauro e manutenzione.

Quanto costa restaurare un arco di portico?
Mediamente 15.000 euro.

Posso chiedere la restituzione della somma versata?
No, non è possibile perché la tua donazione sarà immediatamente impiegata per sostenere i lavori di restauro.

Se ho scelto una ricompensa, come la posso ottenere?
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